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Alopecia Androgenetica

L’alopecia androgenetica, più comunemente chiamata calvizie, è la forma più comune di alopecia e interessa oltre il 70% degli uomini e il 50% delle donne, in particolare dopo la menopausa.

E’ caratterizzata da un progressivo assottigliamento dei capelli in alcune aree del cuoio capelluto, per effetto degli ormoni androgeni su alcuni bulbi geneticamente predisposti: il testosterone viene convertito dall’enzima 5-α-reduttasi nella sua forma attiva, il diidrotestosterone, che blocca l’attività del follicolo impedendo al capello di crescere in lunghezza e spessore. In questo modo, i capelli si miniaturizzano. I capelli sono progressivamente sempre più corti e il diametro si riduce notevolmente rispetto a quello originale, andando a costituire i cosiddetti capelli vello, più simili a peli che a capelli veri e propri.
Generalmente non c’è un aumento della caduta dei capelli; spesso, invece, c’è una tendenza dei fusti a sporcarsi velocemente per un aumento della produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee del cuoio capelluto, sempre come conseguenza dell’azione del diidrotestosterone.

COSA SUCCEDE AI BULBI GENETICAMENTE PREDISPOSTI ALL’ALOPECIA ANDROGENETICA?

Diminuisce la durata della fase anagen, quindi il telogen (la “morte” del capello) comincia prima; Si sviluppa una reazione infiammatoria intorno al bulbo, che favorisce il rallentamento dei processi di crescita dei capelli; I capelli perdono il colore originale perché anche i melanociti, le cellule che producono il pigmento dei fusti, diminuiscono la loro attività; Progressivamente, nel giro di pochi mesi o anni, si assiste alla morte precoce dei bulbi con definitiva scomparsa dei capelli.

Nella donna, la miniaturizzazione coinvolge da subito tutta la parte superiore, risparmiando però sempre l’attaccatura; il grado di diradamento definisce la severità della calvizie femminile.

Nell’uomo inizia nella zona della stempiatura e poi coinvolge la zona del vertice, dove i capelli diventano sempre più piccoli e sottili e si diradano; se la calvizie procede, tutta la parte superiore del cuoio capelluto si dirada.

E’ possibile prevendere a quale velocità l’al0pecia androgenetica progredisce?
No, non è possibile. Per questo è bene cominciare a curare i propri capelli fin dai primi segnali. La calvizie evolve progressivamente, ma inesorabilmente nel 90% dei casi, quindi tanto più precoce sarà la terapia, maggiori sono le probabilità di arrestare questo processo.

Colpa del papà o della mamma?
La calvizie mostra una predisposizione genetica multifattoriale, che significa che non c’è un unico gene che determina la sua insorgenza, ma c’è un insieme di geni, non ancora completamente identificati. Certamente sono coinvolti i geni che determinano la presenza nello scalpo dell’enzima 5-α-reduttasi. Esistono due forme di questo enzima, la 5-α-reduttasi di tipo I e quella di tipo II; la prima si trova sul cromosoma 5, la seconda sul cromosoma 2. Le ricerche genetiche hanno inoltre dimostrato che la maggior parte dei geni coinvolti si trova sul cromosoma X, cioè quello trasmesso dalla mamma al figlio maschio e dalla mamma e dal papà alla figlia femmina; in questo modo, la trasmissione sembra essere dalla nonna o nonno materno al nipote maschio, e non dal padre al figlio.

E’ possibile creare una riga tra i capelli nella zona del cuoio capelluto in cui si manifesta il diradamento, scattare una foto e poi ingrandirla per quanto possibile: se sono visibili capelli più sottili rispetto agli altri, in una percentuale superiore al 20%, c’è il sospetto di Alopecia Androgenetica.

La terapia dell’Alopecia Androgenetica 
Per essere efficace, la terapia della calvizie deve agire su 3 livelli:

  • inibire l’attività dell’enzima 5-α-reduttasi, che trasforma il testosterone nella sua forma attiva, il diidrotestosterone;
  • ridurre l’infiammazione che circonda il bulbo;
  • ripristinare la corretta durata delle fasi del ciclo del capello.

Esistono terapie farmacologiche vere e proprie, come la finasteride, che se assunta per bocca arresta l’attività della 5-α-reduttasi, o Il minoxidil, che se applicato nelle aree interessate promuove l’attività cellulare (in particolare, attraverso la sintesi di ATP) e quindi la crescita del capello; entrambi hanno specifica attività e specifiche controindicazioni, pertanto sono accessibili soltanto attraverso visita medica specialistica e con prescrizione medica.

Le cure naturali
Esistono molte sostanze di origine fitoterapica che hanno attività importanti nel contrastare il processo della calvizie, con una netta riduzione del rischio di effetti collaterali rispetto ai farmaci. Le sostanze naturali più note per bloccare l’attività della 5-α-reduttasi sono soprattutto due: la Serenoa repens (derivato dalla palma nana) e gli Omega 3 e 6. Per il controllo dell’infiammazione peri-bulbare si utilizzano soprattutto il resveratrolo e l’Ajuga reptans, potenti antiossidanti, e regolatori del microbiota del cuoio capelluto (vedi capitolo “microbiota e capelli”), come la lattoglobulina. Per regolare il ciclo di crescita dei capelli, si utilizzano per via topica i polipeptidi biomimetici, sostanze che simulano l’attività dei fattori di crescita presenti a livello dei follicoli, favorendo la fase anagen (quindi di crescita) del capello e rallentando il passaggio in fase telogen, permettendo ai capelli di crescere correttamente sia in lunghezza che in spessore.

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